Creatività tramite prompts? La Corte Internet di Pechino risponde “Si!”

Vincenzo Iaia

Si teme, specialmente tra i tecnofobici, che l’intelligenza artificiale (IA) possa presto sostituire, tra i vari lavori, anche quelli a stretto contatto con l’arte, la cultura e la scienza. Le varie decisioni statunitensi (di cui si è dato conto qui, e qui) seguono una narrativa improntata sull’impostazione antropocentrica del diritto d’autore e, tramite essa, erigono barriere verso le cd. produzioni algoritmiche. Una diversa chiave di lettura proviene dalla Corte Internet di Pechino, la quale, in una decisione di fine novembre 2023 (qui riportata in lingua originale), introduce l’intuizione che l’intelligenza artificiale possa in realtà aiutare (anziché sostituire) le professioni a stretto contatto con l’arte, la cultura e la scienza. E lo fa attraverso il riconoscimento del diritto d’autore rispetto ad un’immagine generata attraverso la nota IA Stable Diffusion.


Nello specifico, l’immagine in questione era stata pubblicata dal convenuto all’interno di un suo blog senza l’autorizzazione dell’autore e rimuovendone il watermark. L’autore ha quindi intentato vittoriosamente un’azione per violazione del suo diritto di esclusiva, ottenendo un risarcimento del danno pari a $ 76,00. Al di là della modica somma risarcita, è interessante notare che il giudice cinese ha riconosciuto la possibilità che un individuo possa esprimere la propria creatività attraverso i cd. prompts, ovvero le indicazioni fornite all’algoritmo per generare delle immagini. L’apporto intellettuale risiede dunque nella selezione delle istruzioni da fornire al software, nella modifica dei parametri per rendere l’output più confacente ai propri desiderata, nonché nella selezione dell’output finale che coincide altresì con la decisione arbitraria di fermare il processo produttivo.


Sul piano probatorio, l’attore non ha solamente allegato il prompt iniziale “ultra-photorealistic: 1.3), extremely high quality highdetail RAW color photo, in locations, Japan idol, highly detailed symmetrical attractive face, angular symmetrical face, perfect skin, skin pores, dreamy black eyes, reddish-brown plaits hairs, uniform, long legs, thighhighs, soft focus, (film grain, vivid colors, Film emulation, kodak gold portra 100, 35mm, canon50 f1,2), Lens Flare, Golden Hour, HD, Cinematic, Beautiful Dynamic Lighting”, ma ha anche incluso 120 prompts per dimostrare il lavoro di post-editing rispetto alla proposta iniziale di Stable Diffusion.


La decisione, seppur appellabile, offre un’interessante prospettiva per l’inquadramento del rapporto tra macchine ed esseri umani, non più necessariamente rappresentati in una posizione antagonista, bensì in un legame strumentale delle prime rispetto ai secondi. Non è quindi improbabile che simili iter argomentativi vengano adottati e adattati anche in altre giurisdizioni diverse rispetto a quella cinese, tra cui è ragionevole annoverare i Paesi dell’Unione europea. La prova di un sufficiente contributo intellettuale umano costituirà il nodo centrale per decidere da quale parte del crinale si risolveranno le partite aventi ad oggetto la creatività autoriale a mezzo prompt.


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